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Category : Rassegna Stampa

16 Mar 2016

L’Italia del 1955: non e’ facile rivendicare un diritto

La vicenda che apre la narrazione del documentario Paura non abbiamo è quella di 4 donne bolognesi che vengono arrestate l’8 marzo 1955 per avere distribuito mimose nei pressi della fabbrica Ducati di Borgo Panigale.

E’ una storia estrema che raggiunge vette paradossali: le mimose finiranno come corpo del reato sul tavolo del tribunale. E’ il contorno di un’Italia blindata segnata da persecuzioni, come accade a inizio marzo 1955, nel mantovano, quando una delegazione di donne braccianti si rivolge alla caserma dei carabinieri di Roverbella per chiedere la mediazione delle autorità, al fine di comporre una vertenza sindacale. Il proprietario terriero Antonioli da tre settimane ha sospeso i pagamenti per 27 braccianti dell’azienda Mussolina di Canedole. I carabinieri però, nemmeno ricevono la delegazione, anzi, arrestano la capa delegazione, Grimaldina Barbieri, e percuotono altre 5 donne di cui una in stato interessante.

E’ un’altra vicenda che delinea lo specchio dei tempi, e che mostra il faticoso ruolo di inserimento dei diritti e del diritto nelle relazioni di lavoro. L’irrigidimento padronale rischia di creare situazioni aleatorie e non garantite, ancora di più se si manifesta per la tutela dei propri diritti.

Il ruolo della forza pubblica non si pone mai in una funzione di terzietà e garanzia fra le parti sociali, ma agisce in sostegno a una parte. Di fronte a un’area di non diritto che si apre, le donne discriminate e gli uomini arrestati del nostro documentario continueranno a credere nella legge cercando di perseguire nella legalità il riconoscimento delle proprie ragioni. E’ il comportamento comune di tutti coloro che hanno subito ingiustizie: hanno continuato a reclamare il rispetto dei loro diritti, senza farsi intimidire.